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BOX OFFICE | I dieci film più visti nelle Arene di Roma

Resta invariato anche dopo questa stagione il podio dei film più visti nelle Arene di Roma. Dal 2015 è sempre il film premio Oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino ad occupare il primo posto, seguito dal francese “La famiglia Belier” e dal romanissimo “Lo chiamavano Jeeg Robot“. 

AMELUK | Un film sull’amicizia e sull’integrazione

AMELUK | Un film sull’amicizia e sull’integrazione

A Mariotto, un piccolo paese della Puglia, sta per svolgersi la tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo, quando l’interprete di Gesù, il parrucchiere Michele, si siede sulla corona di spine e si ferisce.

Toccherà a Jusuf, di religione musulmana a portare sulle sue spalle la croce del Cristo. Ma è l’inizio di un vero e proprio Calvario: la storia fa il giro del mondo ed il paese si spacca in due, tra sostenitori e calunniatori. 

Ad Arene di Roma è lo stesso regista Mimmo Mancini a spiegare come è nata l’idea di questo film: «Nell’estate del 2005 ero a Bitonto, il mio paese d’origine a pochi chilometri da Bari, a bere con alcuni amici dell’ottimo Primitivo nella città vecchia. Con noi, c’erano due marocchini perfettamente integrati  – tanto che parlavano con una perfetta cadenza dialettale. Mi colpì la loro voglia di far parte del gruppo e la naturale capacità dei miei amici di farli sentire italiani. A nessuno di noi sarebbe venuto in mente di dire. “Ah, ma sono musulmani!”. Il giorno successivo assistei ad una processione sacra. Due degli amici incontrati la sera precedente portavano in spalla la statua di un santo. Una strana idea mi fece sorridere. “E se accanto a uno dei due italiani, chiari e cattolici, ci fosse uno dei due marocchini, scuro e musulmano?». Magari per un’emergenza, per sostituire un amico. Sarebbe mai venuto in mente a qualcuno di dire: “Sacrilegio! Quello è un musulmano!” Da lì nacque l’idea per “Ameluk”: ambientare in un piccolo centro, tra gente semplice, l’eterna diatriba tra cristiani e infedeli” in tutte le sue declinazioni, dal drammatico al comico».

COME IL VENTO | Valeria Golino nei panni della prima donna a dirigere un carcere in Italia

COME IL VENTO | Valeria Golino nei panni della prima donna a dirigere un carcere in Italia

Magistralmente interpretata da Valeria Golino, la pellicola diretta da Marco Simon Puccioni ripercorre la vita di ARmanda Miserere, la prima donna a dirigere un carcere italiano

Armida Miserere è una donna in prima linea. Direttrice del carcere di Milano-Opera, ama Umberto Mormile, educatore nello stesso penitenziario. Sfibrati dalla vita ‘dentro’, provano a viverne una normale fuori, dove sognano un figlio e un futuro insieme. Ma una mattina di aprile, Umberto viene affiancato al semaforo e assassinato. Disperata ma ostinata a trovare i colpevoli, si butta a capofitto nel lavoro, accettando, tre anni dopo, di dirigere il carcere di Pianosa. Sfidata dai detenuti e rispettata dai suoi uomini, Armida prova a resistere ai colpi della vita, ignorando chi la giudica e giudica la sua concezione intransigente della detenzione. Undici anni dopo la morte di Umberto, Armida avrà ragione del suo mandante e del suo esecutore ma le ombre gettate sul compagno, su cui il processo scava in modo impietoso, e le continue minacce alla sua persona, che la costringono ad ‘abdicare’ l’Ucciardone, la fiaccano fino alla resa. Il venerdì Santo del 2003, Armida Miserere si suicida, accarezzando l’idea di ritrovare Umberto. Il film, racconta la vita e la morte di una donna che negli anni ’90 , diventa direttore di un carcere per inseguire il sogno di cambiare il mondo e renderlo un posto migliore. A rendere lirica una pagina tanto tragica della nostra storia recente è senza dubbio (anche) la sensibilità dei suoi interpreti. Volti, quelli di Valeria Golino e Filippo Timi, Francesco Scianna e Marcello Mazzarella, che sono veri e propri paesaggi in cui si annidano ombre e preoccupazioni, su cui crescono sogni e illusioni e su cui cresce il film. Un film attraversato da una voglia di bellezza e di giustizia, che alla maniera della sua protagonista non tollera limiti e compromessi. Un film che ci prende alla gola mentre vediamo Armida cedere alla rassegnazione, alla rabbia, alla solitudine e all’ultima scelta, la più estrema e radicale, quella irreversibile.

Ma chi era Armida Miserere? Al carcere dell’Ucciardone di Palermo la chiamavano “fimmina bestia” per la sua durezza, ma in Come il vento ci appare anche nelle sue fragilità, triste e tormentata, leale verso le istituzioni ma disperata, straziata dall’uccisione del suo compagno. Le dà corpo, con quelle mani che così spesso cercano riparo in una sigaretta, Valeria Golino, ancora una volta alle prese con un personaggio difficile, ancora una volta pronta a mettersi in gioco. Per uno strano caso, l’attrice incontrò Armida circa un anno prima della sua morte e così rievoca quell’incontro:  Armida Miserere organizzava al carcere di Sulmona una piccola rassegna cinematografica per un piccolo gruppo di detenuti interessati e io andai a presentare Respiro di Crialese, meno di un anno prima che lei morisse. All’epoca l’idea di parlare ai detenuti era più forte dell’incontro con questa signora molto cortese e discreta, che senza troppe smancerie mi aveva anche rivelato che le piacevo come attrice, che aveva un debole per me, per questo mi aveva accompagnato sotto, nella rassegna, mentre abitualmente restava in ufficio. L’impressione di lei è come se fosse nata adesso: rivedendo oggi le foto scattate quel giorno mi sorprende la sua apparente fragilità, forse perché era un momento poco prima della sua morte. In una delle due foto scattate io la tengo per le spalle, la sovrasto, e lei mi guarda. Ora mi fa un certo effetto, non solo rispetto a lei ma rispetto alla vita: tutto sembra così caotico ma anche preordinato. La pellicola si chiude con le amare e tragiche parole scritte dalla protagonista prima di suicidarsi :” Auguro vite distrutte così come con tanta leggerezza è stato distrutto quel che resta della mia. Non mi perdono di aver creduto in un sogno non posso perdonare chi quel sogno lo ha distrutto”.

NELSON MANDELA DAY

NELSON MANDELA DAY

Al Chiostro di San Pietro in vincoli l’omaggio al grandioso rappresentante della non-violenza

ROMA 18 LUGLIO 2016 | Tutto il mondo in questa giornata si stringe nel ricordo indelebile di Nelson Mandela. Perché il 18 luglio non è solo il giorno del suo compleanno, ma anche la giornata ufficialmente istituita nel 2009 dalle Nazioni Unite per celebrare un eroe dei nostri tempi e il suo operato in difesa dei diritti umani. «Ho amato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutti possono vivere in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. E se necessario, è un ideale per cui sono pronto a morire», sono le parole pronunciate da Mandela alla Corte di Pretoria durante il suo processo nel 1964.

Disse di lui Adolfo Pèrez Esquivel, Premio Nobel per la Pace nel 1980 : «Anche se Nelson Mandela ci ha lasciati, il suo ricordo non se ne andrà mai. Ciò che resta e che resterà indelebile nel tempo, è la sua testimonianza di vita e la forza dei principi che guidarono la sua lotta, per la vita e la dignità dei popoli, di tutti i popoli, non solo di quello sudafricano. Un leader eccezionale, irripetibile. Ha sofferto la tortura di 27 anni di carcere inflitta da una minoranza dominatrice che ha praticato con sistematica ferocia quella mentalità razzista e coloniale europea che aveva ereditato. Se c’era un uomo che avrebbe avuto tutte le ragioni per vendicarsi, beh, quest’uomo era Nelson Mandela. Ma è proprio nell’avere scelto una strada diversa che risiede la sua grandezza. Lui, vittima dell’intolleranza come la gente di colore sudafricana, ha mantenuto ferma la convinzione che tutti gli esseri umani hanno gli stessi diritti, indipendentemente dal colore della loro pelle o dal loro status sociale. Nelson Mandela si è battuto contro uno dei più ripugnanti regimi che siano esistiti al mondo, quello dell’apartheid. Ma, una volta vinta questa battaglia di civiltà, non ha instaurato in Sudafrica, nel suo Sudafrica, una dittatura della maggioranza di colore. Ha unito, laddove altri per decenni, avevano lacerato. Questa è stata la sua più grande vittoria».

Al Chiostro di San Pietro in Vincoli sede della facoltà di ingegneria civile ed industriale, in occasione dell’International Mandela Day, il 18 luglio si rende omaggio al Presidente sudafricano con un concerto del coro MuSa Blues Musica Sapienza. Il coro diretto dal M° Giorgio Monari, ripercorre la vicenda di Mandela nel contesto politico internazionale, attraverso testi narrativi, poetici e giornalistici di autori sudafricani e non: canti africani, spirituals e pop. L’evento si inserisce nella manifestazione mondiale indetta dall’ONU in ricordo di Nelson Mandela . Il concerto del coro MuSa Blues ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica in Italia. Si è scelto di ricordare Nelson Mandela con un concerto perché il rapporto tra “Madiba” e la musica è stato come un perfetto rapporto d’amore, dove fiducia, passione, stima, impegno sono in perfetto equilibrio tra loro.Una delle nelson mandelafrasi più celebri di Nelson Mandela definisce arte e musica come vere e proprie armi utili al cambiamento: “L’arte riesce a raggiungere molte più aree di quanto non riesca la politica. Soprattutto l’intrattenimento e la musica, che sono comprese da tutti e sollevano gli spiriti e la morale di coloro che ascoltano”, affermava. Ed è con questo spirito, all’insegna della gioia, della solidarietà e della coesione che oggi è stato scelto di celebrarlo.

IL CINEMA VA A SCUOLA

Nella foto scattata in occasione dell’inaugurazione della Arena Mamiani, la preside Tiziana Sallusti, l’Assessore Paolo Masini e la presidente Sabrina Alfonsi

Le scuole e le Università di Roma aprono le porte al Cinema, con la Rassegna “Il Cinema va a Scuola” organizzata da Arene di Roma in collaborazione con l’Assessorato alla Scuola di Roma Capitale e Municipio Roma I Centro.

Fino al 6 settembre si terranno proiezioni all’aperto in quattro tra istituti e atenei capitolini in centro e in periferia, con un cartellone attento al cinema indipendente, alle opere prime e ai temi legati ai giovani e alla formazione.

Il programma delle serate è stato presentato venerdì 26 giugno al Liceo Mamiani dall’Assessore alla Scuola e ai rapporti con le Università, Paolo Masini e dalla Presidente del Municipio Roma I Centro, Sabrina Alfonsi, in occasione della proiezione del film “Song’ e’ Napule” dei Manetti Bros, scelta dagli alunni della Scuola di Prati in una rosa di 50 film.
«Con l’appuntamento del Mamiani inauguriamo una stagione di cinema all’aperto molto particolare – ha sottolineato l’assessore Masini – Quello delle arene nelle scuole è un progetto che pensa fortemente alla vocazione di questa città e rappresenta la nostra idea di scuole aperte e condivise. Grazie alla collaborazione dei dirigenti e delle comunità scolastiche e universitarie trasformeremo per tutta l’estate i luoghi della formazione in spazi tutti da vivere: scuole e università diventeranno l’occasione per incontrarsi fuori dall’orario scolastico e punti di riferimento per la vita serale, in centro come in periferia».
«Abbiamo promosso con entusiasmo l’iniziativa – afferma la presidente Alfonsi – perché  si inserisce in pieno nella nostra idea  di favorire l’apertura delle scuole al territorio , attraverso la proposta di una programmazione di alto livello che riguarda nello specifico la cinematografia ma che può interessare ogni tipo di proposta culturale. L’obiettivo è quello di far si che le scuole diventino luoghi di cultura a tutto tondo, in grado di interagire con la città. Colgo l’occasione per annunciare che anche a Piazza Vittorio ci sarà l’arena estiva: il Municipio, accogliendo le numerose richieste pervenute dai cittadini, si è adoperato affinchè nel bando comunale “Cinema d’Estate” fosse prevista l’Arena a Piazza Vittorio, nella convinzione che attraverso la promozione della cultura in ogni sua forma  sia possibile contrastare il degrado».
Le scuole coinvolte, oltre al Mamiani, sono l’Istituto Comprensivo “via Cornelia 73” di Boccea, dove le proiezioni prenderanno avvio il prossimo 13 luglio e la Scuola elementare “L.Franchetti”, in piazza Gian Lorenzo Bernini a San Saba, aperta dal 13 luglio al 31 agosto.

Nei prossimi giorni sarà inaugurata anche l’Arena San Saba, nel cortile della scuola primaria Leopoldo Franchetti, in piazza Remuria con la proiezione del documentario ‘Memorie di Piazza’ realizzato da Carla Spaziani e Fabrizio Fantera e dedicato alla Resistenza romana in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione.